Olio
Le origini della pittura a olio affondano le radici nell'antichità ma fu dalla metà del XV secolo che l'olio conobbe una straordinaria diffusione, nelle Fiandre prima e in Italia poi.
Le prime opere eseguite interamente ed esclusivamente a olio comparvero soprattutto nelle città che per prime accolsero la cultura fiamminga, come Urbino, Ferrara, Napoli, Roma e, in seguito, Venezia.
Il colore a olio è costituito da pigmento in polvere miscelato a un olio che funge da legante: questo legante indurisce nel tempo per contatto con l'ossigeno presente nell'aria formando una pellicola insolubile e resistente (polimerizzazione).
Il legante oleoso più utilizzato è l'olio di lino curdo (puro o miscelato con additivi o siccativi); si utilizzano poi altri oli naturalmente essiccanti quali l’olio di noce, l’olio di papavero, l’olio di cartamo.
Diversi sono i vantaggi di dipingere con i colori a olio: la possibilità di creare finissime velature trasparenti e di lavorare il colore "nel bagnato" permette di ottenere effetti di luce e di profondità difficilmente raggiungibili con altre tecniche pittoriche; i colori impastati con l'olio, una volta asciutti, garantiscono una lunga durata soprattutto rispetto alla tempera, mantenendo pressoché inalterati i valori cromatici.
Lo svantaggio principale (ma nel complesso limitato) del colore a olio risiede nei lunghi tempi di asciugatura e nella difficoltà di esecuzione di talune tecniche.